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Modelli del passato, la Mercedes-Benz EVO II

Sono passati 30 anni da quando Mercedes-Benz faceva scalpore al Salone di Ginevra 1990 con la EVO II; riscopriamola insieme...

Facciamo un salto nel passato, destinazione Salone di Ginevra 1990! Esattamente trent’anni fa debuttava la Mercedes-Benz 190 E 2.5-16 Evolution II, ovvero la versione più evoluta e potente della prima “Baby Benz” ad alte prestazioni. Inutile dire che quest’auto fece gran scalpore al Salone Ginevrino…

La 190 E 2.5-16 Evolution II della serie 201 altro non era che la versione omologata per la strada dell’omonima vettura da corsa DTM.
Quest’auto -maggiormente conosciuta come EVO II– venne prodotta in soli 502 esemplari, tutti dotati del più potente motore Mercedes quattro cilindri dell’epoca (capace di erogare 235CV).
Esteriormente era impossibile non riconoscerla, grazie all’imponente alettone e alla livrea blu-nero metallizzato.

Sportiva compatta

La EVO II, con i suoi 235 CV, ebbe molto successo tra le vetture ad alte prestazioni del proprio segmento. Questo “status” si rifletteva ovviamente anche nel prezzo: per accaparrarsene una, i clienti più sportivi dovevano essere disposti a spendere circa 130.000.000 di Lire… altre cifre, per altri tempi…

Tra le modifiche introdotte rispetto al precedente modello, l’EVO II era dotata di ulteriori irrigidimenti per la carrozzeria e ruote più grandi da 17 pollici in vista dell’impegno in DTM.

Power pack

Il quattro cilindri M 102 da 173 kW (235 CV) fu ulteriormente sviluppato sulla base della versione EVO I sotto la direzione del dottor Jörg Abthoff, Responsabile dello sviluppo del motore, e dei suoi colleghi Rüdiger Herzog, Dag-Harald Hüttebräucker e Rudolf Thom. Quel motore superquadro aveva una corsa più corta (82,8 millimetri) e un alesaggio maggiore (97,3 millimetri) rispetto al motore della serie 190 E 2.5-16. Due convertitori catalitici metallici erano ora equipaggiamenti standard nell’EVO II. Il regime di rotazione del propulsore raggiungeva i 7.700 giri/min, grazie, tra l’altro, alla riduzione del peso delle bielle, a quattro invece di otto contrappesi dell’albero motore e ad una catena di distribuzione Duplex.

L’imponente ala posteriore

Probabilmente Mercedes-Benz non presentava qualcosa di così accattivante così dai tempi della W 198 del 1954! L’alettone della EVO II fu sviluppato per ottimizzare la deportanza stabilizzante sull’asse posteriore; l’ala poteva essere inclinata ed era regolabile longitudinalmente in due posizioni.

La deportanza massima dell’asse posteriore dell’EVO II arrivava fino a 57,1 chilogrammi, fino a 21,2, sull’asse anteriore,

L’ultimo motore da corsa Mercedes Benz

Come abbiamo già detto, la EVO II montava un quattro cilindri da 235 CV (aumentati fino a 373CV), che è stato l’ultimo motore DTM progettato direttamente da Mercedes Benz. Da quel momento, tutti i motori sportivi sono invece stati affidati alla divisione AMG.

I successi sportivi della EVO II

L’EVO II debuttava per la prima volta in una gara il 16 giugno 1990 sul Nordschleife del Nürburgring. Per l’ultima gara DTM della stagione, il 15 ottobre 1990 all’Hockenheimring, tutti i team piloti adottarono l’EVO II. Kurt Thiim ottenne la prima vittoria per la vettura il 5 agosto 1990 nella prima gara della gara sul tracciato di Diepholz. Nel 1991, Klaus Ludwig fu secondo a bordo della EVO II, e nel 1992 vinse il campionato piloti DTM davanti a Kurt Thiim e Bernd Schneider. Nella stagione 1992, i piloti Mercedes Benz vinsero ben 16 su un totale di 24 gare DTM con la EVO II.

Foto Mercedes-Benz EVO II - 1990