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Stellantis, tagliate le stime per il 2024: il titolo crolla a Piazza Affari

Stellantis, tagliate le stime per il 2024: il titolo crolla a Piazza Affari

Stellantis ha tagliato le previsioni per il 2024 a causa di problemi in Nord America e del deterioramento del mercato globale. Il titolo crolla a Piazza Affari, perdendo oltre il 14%. Si intensificano le voci su una possibile fusione con Renault.

Il colosso automobilistico Stellantis ha annunciato una revisione al ribasso delle stime per l’anno 2024, scatenando un’ondata di vendite sul titolo che ha portato a un crollo delle quotazioni a Piazza Affari. La decisione di rivedere le previsioni è stata motivata da una serie di fattori critici che stanno influenzando negativamente le performance del gruppo, in particolare nel mercato nordamericano.

Il margine del risultato operativo adjusted, inizialmente previsto in doppia cifra, è stato ridimensionato e si attesta ora tra il 5,5% e il 7% per l’intero 2024. Ancora più significativa è la revisione del free cash flow industriale, che da una previsione positiva è passato a una stima negativa compresa tra -5 e -10 miliardi di euro. Questi dati hanno immediatamente scosso gli investitori, provocando un crollo del titolo Stellantis che ha perso oltre il 14% del suo valore a Piazza Affari, toccando i minimi degli ultimi due anni.

Le ragioni di questa brusca correzione sono da ricercarsi principalmente in due fattori: i problemi di performance nel mercato nordamericano e il generale deterioramento delle condizioni del settore automobilistico a livello globale. In particolare, Stellantis ha deciso di accelerare il piano di normalizzazione dei livelli di stock negli Stati Uniti, riducendo le consegne alla rete di oltre 200.000 veicoli nel secondo semestre del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Questa mossa, unita a un aumento degli incentivi sui modelli del 2024 e degli anni precedenti, mira a raggiungere l’obiettivo di non più di 330.000 unità in giacenza presso la rete entro la fine del 2024. Tuttavia, tali azioni correttive hanno un impatto significativo sulle previsioni finanziarie del gruppo.

Il contesto globale del settore automobilistico non aiuta: le previsioni di mercato per il 2024 sono state riviste al ribasso rispetto all’inizio dell’anno, mentre le dinamiche competitive si sono intensificate a causa di una maggiore offerta e dell’accresciuta concorrenza cinese. Questa situazione non è esclusiva di Stellantis, ma riflette una tendenza più ampia che sta colpendo l’intero settore, come dimostrato dalle recenti revisioni al ribasso annunciate anche da altri colossi come Volkswagen, BMW e Mercedes.

La crisi che sta attraversando Stellantis ha riacceso le speculazioni su possibili operazioni di consolidamento nel settore. In particolare, sono tornate a circolare con insistenza le voci di una potenziale fusione tra Renault e Stellantis, che potrebbe portare alla creazione di un gigante con 18 marchi e significative economie di scala. Questa mossa potrebbe rappresentare una risposta strategica alle sfide poste dalla complessa transizione energetica che il settore sta affrontando.

Le prossime settimane saranno cruciali per comprendere le future mosse di Stellantis e degli altri attori del settore. Un appuntamento chiave sarà il Salone di Parigi, in programma dal 13 ottobre, seguito da un summit riservato il 15 ottobre, dove interverranno figure di spicco come Luca de Meo, Carlos Tavares e, secondo indiscrezioni, Oliver Zipse di BMW. Il mercato si attende da questo incontro una “dichiarazione di sistema” che potrebbe gettare le basi per future collaborazioni e sinergie tra i grandi gruppi automobilistici.

In conclusione, la revisione al ribasso delle stime di Stellantis non solo ha avuto un impatto immediato sul valore del titolo, ma ha anche messo in luce le sfide strutturali che l’intero settore automobilistico sta affrontando. La capacità di adattarsi rapidamente a un mercato in evoluzione e di trovare soluzioni innovative per affrontare la transizione energetica sarà determinante per il futuro non solo di Stellantis, ma dell’intera industria automobilistica globale.

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