Mirafiori, Stellantis agli operai: “Se volete lavorare andate in Polonia”

Stellantis propone a operai in cassa integrazione di Mirafiori un trasferimento volontaria in Polonia, scatenando reazioni contrastanti.

Torino, Italia – La tensione tra Stellantis e i sindacati italiani ha raggiunto un nuovo apice in seguito alla proposta dell’azienda di trasferire temporaneamente alcuni operai dello stabilimento di Mirafiori in Polonia. La notizia, diffusa inizialmente attraverso un volantino della Fiom e ripresa dal Corriere della Sera, ha scatenato un’ondata di reazioni e polemiche nel panorama industriale italiano.

Secondo quanto emerso, Stellantis ha informato i sindacati della possibilità di trasferire per un periodo di due settimane circa dieci operai carrellisti di Mirafiori, attualmente in cassa integrazione, presso lo stabilimento di Thychy in Polonia. Quest’ultimo è il sito produttivo dove vengono assemblate la nuova Fiat 600, la Jeep Avenger e l’Alfa Romeo Junior, modelli strategici per il gruppo automobilistico.

La proposta arriva in un momento particolarmente delicato per lo stabilimento torinese. Dopo un lungo periodo di cassa integrazione e ferie, la produzione a Mirafiori dovrebbe riprendere lunedì, ma l’incertezza regna sovrana sul futuro a medio e lungo termine del sito.

Le reazioni dei sindacati

La notizia ha immediatamente suscitato forti reazioni da parte delle organizzazioni sindacali. Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom-Cgil e responsabile del settore mobilità, ha interpretato la proposta come “il segnale di un’azienda senza strategia e che intende disimpegnarsi dall’Italia”. Il sindacalista ha sottolineato la necessità di “invertire la rotta per garantire occupazione, produzioni e rilanciare gli stabilimenti in Italia”.

Anche Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, ha espresso preoccupazione, ricordando che “diecimila posti di lavoro persi negli ultimi anni non sono stati sufficienti ad arrestare questo declino”. La Fim, per bocca del suo segretario generale Ferdinando Uliano, ha evidenziato l’aumento del ricorso alla cassa integrazione in tutti gli stabilimenti Stellantis, con una situazione particolarmente critica nello stabilimento Sevel.

La posizione di Stellantis

Di fronte alle accuse, Stellantis ha reagito con fermezza, definendo le notizie circolate come “una vera e propria fake news”. L’azienda ha precisato che si tratta di “una proposta su base volontaria a una decina di colleghi della logistica, per una trasferta temporanea di massimo due settimane, adeguatamente remunerata”.

Secondo il gruppo automobilistico, i trasferimenti temporanei sono una prassi consolidata che ha già interessato in passato diversi stabilimenti, sia in Italia che all’estero. Stellantis ha inoltre sottolineato che sta valutando anche la possibilità di trasferire temporaneamente alcuni lavoratori in cassa integrazione dallo stabilimento di Termoli a Mirafiori, nel nuovo impianto di trasmissioni elettrificate in forte sviluppo.

La vicenda si inserisce in un quadro più ampio di preoccupazioni riguardanti il futuro di Stellantis in Italia. Nel primo semestre del 2024, la produzione del gruppo nel nostro paese ha subito un crollo del 35,9% rispetto all’anno precedente, passando da 405.870 a 303.510 unità tra auto e furgoni.

Questo calo produttivo, unito alla decisione di produrre alcuni modelli iconici come la Fiat Panda, la 600e e la Topolino rispettivamente in Serbia, Polonia e Marocco, ha alimentato i timori di un progressivo disimpegno di Stellantis dal territorio italiano.

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