Stellantis vende un altro marchio italiano, addio ad una grande eccellenza italiana

La Commissione Europea ha approvato la cessione del 50,1% di Comau, azienda italiana di automazione industriale, da Stellantis al fondo americano One Equity Partners. L’operazione solleva preoccupazioni in Italia sulla perdita di un’altra eccellenza nazionale.

La Commissione Europea ha dato il via libera definitivo alla cessione della maggioranza di Comau, storica azienda italiana specializzata in automazione industriale e robotica avanzata, da parte di Stellantis al fondo di private equity statunitense One Equity Partners. L’operazione, che prevede la vendita del 50,1% del capitale di Comau, era stata annunciata lo scorso luglio ed ora ha ottenuto l’approvazione finale da Bruxelles.

Secondo quanto comunicato dalla Commissione UE, l’acquisizione non solleva problemi di concorrenza, in quanto Comau e One Equity Partners non operano negli stessi mercati o in mercati verticalmente correlati. La decisione è stata presa nell’ambito del Regolamento europeo sulle concentrazioni, seguendo la procedura semplificata di esame.

Per Stellantis si tratta di un’operazione strategica, che rientra negli accordi presi al momento della fusione tra FCA e PSA nel 2021. Il gruppo automobilistico manterrà una quota di minoranza del 49,9% in Comau, mentre la maggioranza passerà sotto il controllo del fondo americano. L’obiettivo dichiarato è quello di garantire a Comau maggiore autonomia e accesso a nuove risorse finanziarie per sostenerne la crescita.

Tuttavia, la cessione di un’altra eccellenza industriale italiana ha sollevato non poche preoccupazioni nel nostro Paese. I sindacati hanno espresso forte contrarietà all’operazione, chiedendo l’intervento del Governo per tutelare l’occupazione e il patrimonio tecnologico nazionale. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha infatti annunciato di star valutando l’applicazione del “golden power”, lo strumento che consente all’esecutivo di porre condizioni o veti su operazioni riguardanti asset strategici.

La vendita di Comau si inserisce in un contesto non facile per Stellantis, che nel primo semestre 2024 ha registrato un calo del 14% dei ricavi e del 48% dell’utile netto. Il CEO Carlos Tavares ha parlato di “performance inferiore alle aspettative” e annunciato azioni correttive, non escludendo la possibile cessione di altri marchi del gruppo. Una strategia che sta sollevando dubbi sulla tenuta industriale di Stellantis in Italia, dove si teme una progressiva dismissione degli asset ereditati da FCA.

L’operazione Comau rappresenta dunque un nuovo capitolo del complesso rapporto tra Stellantis e il sistema industriale italiano. Se da un lato garantisce nuove prospettive di sviluppo all’azienda torinese, dall’altro alimenta i timori di un ulteriore indebolimento della presenza del gruppo nel nostro Paese. Sarà fondamentale monitorare attentamente gli sviluppi futuri, per assicurare che questa cessione non si traduca in una perdita di competenze e posti di lavoro per l’Italia.

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